Alessandro Risuleo è un artista e fotografo romano, classe 1971. L’amore per l’immagine è qualcosa di fortemente radicato nel suo percorso di formazione, caratterizzato da un senso estetico attrattodalle contaminazioni dei linguaggi edalla bellezza e dalla sensibilità verso l’arte.
Ventitré anni fa inizia a lavorare come Art Director, aprendo un’agenzia a Roma.
Alessandro Risuleo si occupa quindi di immagine da diversi anni, e di comunicazione attraverso l’immagine, ma in questa fase lo fa solo“su commissione”. Successivamente inizia a sviluppare la sua passione per l’immagine attraverso la fotografia, formandosi tecnicamente in una maniera sempre più attenta, concentrandosi su alcuni aspetti come il corpo, lo studio della luce, l’espressività e dando il via alle prime sperimentazioni che prevedono l’inserimento di elementi fuori contesto o il mescolamento di linguaggi diversi.
I suoi ultimi progetti sono stati esposti all’interno delle ultime due edizioni del MIA Photo Fair a Milano. Prima di queste esperienze, ha esposto in diversi contesti sia internazionali (come la 16° edizione del Lishui International Photographic Art Exhibition in Cina nel 2015) sia nazionali (come la Biennale 2015 della Fotografia a Trezzo sull’Adda curata da Vittorio Sgarbi o l’edizione 2014 di Roma PhotoFestival) ottenendo diversi riconoscimenti e premi.
L’immaginario visivo al quale si rifà è fortemente influenzato da quel concetto di “contaminazione” tra le arti che da sempre lo affascina. Da qui una particolare predilezione per la storia dell’arte e per una ricercai ncessante soprattutto su un tema: il corpo e la figura umana.
Ne emerge una fotografia più “costruita” che “scattata”, nel senso tradizionale del termine
Traspare infatti da tutti i suoi lavori un complesso corpus di riferimenti, uno studio e una progettazione che vengono prima ideati e poi messi in scena per essere solo alla fine immortalati.
Gli scatti di Risuleo mostrano un’esplorazione del mondo e del concetto di immagine che ha un focus particolare sulla figura della donna. In uno dei suoi primi lavori, “Rays of Light”, emergono già tutti i tòpoi della sua fotografia: l’uso della luce e delle ombre, l’indagine sulla figura umana e, soprattutto, l’importanza della creazione di un rapporto intimo tra i tre attori coinvolti nella produzione e nella percezione visiva: artista-opera-fruitore.
Un altro lavoro è “Pure souls”:
la sua volontà di usare materiali “altri” per svelare un concetto o raccontare la forma umana passa qui attraverso un velo di nylon inserito tra la figura rappresentata e lo spettatore, un elemento fuori contesto che nasconde, lascia vedere e, nello stesso momento, blocca il movimento e racchiude in sé l’idea della liberazione.
In “Momentsof Being” la figura umana è imprigionata in un elemento nuovo, all’interno di un tessuto in tensione che toglie e sottrae le forme, ma crea drappeggi che ricordano le linee di classiche sculture. Ritorna il tema della “materia” – in questo caso il tessuto – che nasconde e inizia a “contaminare” in maniera diretta un corpo che resta presente e reale ma diventa emblematico.
Passando per lavori come “Fall into Darkness”,
il corpo umano muta, evolve e diventa un elemento perfetto, una sorta di prototipo o di modello estetico, sempre calato in una dimensione astratta e atemporale.
In una sorta di summa di quanto espresso nei lavori precedenti, nel 2015 Alessandro Risuleo inizia a lavorare ad un nuovo progetto dal titolo “Body’sContamination”.
Qui lo sguardo elegante dell’autore si concentra solo su alcune parti del corpo, “contaminate” da pennellate ruvide di vernice mista a farina, distribuita ad hoc per enfatizzare una posa, una parte del corpo, alcune linee o sovrapposizioni di gambe o braccia.
Grazie alla realtà aumentata e ad un’applicazione da utilizzare con il proprio smartphone, chiamata ARTScan e da lui stesso progettata e realizzata, le immagini che compongono il progetto, se inquadrate tramite un dispositivo, prendono vita e diventano parte di un’animazione che racconta altro da quello che si vede a occhio nudo (https://vimeo.com/160339974).L’intento non è l’inserimento della tecnologia nell’ambito della produzione artistica o la creazione di un effetto emozionale, ma lo studio dell’interazione che si viene a creare tra spettatore e opera.
La sua sfida più grande sta nella capacità continua di immaginare
Per lui la fotografia non deve rappresentare fedelmente la realtà, anzi, deve portare chi la crea e chi la guarda ad andare oltre. La fotografia per lui è il foglio bianco dello scrittore. In questo senso la “messa in scena” e la tecnologia gli sono amiche, mezzi da utilizzare e da piegare a suo piacimento per ottenere il massimo del risultato e dare forma ai prodotti della sua immaginazione.L’aspetto più importante del suo lavoro, infatti,è l’elaborazione concettuale del progetto e lo studio delle sensazioni che può dare allo spettatore.
Per maggiori informazioni sul lavoro di Alessandro Risuleo: www.alessandrorisuleo.com
Si ringrazia: 6Glab – Il laboratorio delle Idee di Seigradi