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Intervista al travel blogger Gianluca Gotto di Mangia Vivi Viaggia

Gianluca Gotto, fondatore del portale Mangia Vivi Viaggia, uno dei travel blogger più amati e influenti d’Italia che in questi ultimi anni ha avuto un successo clamoroso costruendo intorno al suo blog una community sempre più numerosa per appassionati di viaggi e avventure.
Chiamatelo Travel Blogger, nomade digitale, imprenditore informatico o cittadino del mondo, per noi è semplicemente un ragazzo che sta ottenendo dalla vita quello che ha sempre desiderato ed ha raggiunto il lavoro dei suoi sogni. Non è riuscito a ricavare questo successo dal giorno alla notte ma ha ottenuto questo status dopo molti “sacrifici” e costanza giorno dopo giorno.

1) Allora Gianluca, siamo arrivati finalmente a noi dopo le presentazioni, come stai? Dove stai vivendo in questi giorni? Vuoi spiegare rapidamente a chi ancora non ti conosce chi sei e cosa fai per vivere?

Ciao e grazie per questo invito! Ora mi trovo a Ubud, nel cuore di Bali. Vivo in Asia (soprattutto tra qui e Bangkok) per alcuni mesi all’anno, quando in Italia fa freddo. Non amo molto il freddo e mi sono costruito una vita dove posso tagliare molte cose che non mi piace fare. Sono infatti un nomade digitale, definizione per coloro che lavorano in remoto mentre girano per il mondo. Nello specifico sono un “web writer”, mi occupo di produrre contenuti testuali per siti web. Parallelamente, ho un blog aperto insieme alla mia compagna Claudia che si chiama Mangia Vivi Viaggia. L’anno scorso ho pubblicato un libro, “Le coordinate della felicità”.

2) Fotografia Moderna ha dato molta importanza a questo settore inventando una vera e propria sezione dedicata ai travel blogger. Viaggiare e raccontare il mondo fotografandolo per noi è qualcosa di unico, è un fotogiornalismo moderno. Una volta esistevano i Robert Capa che raccontavano le esperienze di guerra, ora per fortuna, si preferisce raccontare culture differenti dalla nostra.
Si descrivono luoghi, esperienze, perfino odori con delle semplici foto postate sul proprio blog o sui social.
Quanto pensi sia importante documentare i luoghi e le esperienze che si percorrono nella propria vita?

Credo che la tecnologia di oggi sia accessibile a chiunque e permetta quindi a chiunque di documentare gli angoli del mondo che visita. Questo è un aspetto molto positivo, perché se una volta emergevano solo i Capa oggi tutti hanno una possibilità di esprimere la propria arte. Detto ciò, ci sono anche rischi legati a questo “livellamento”: un tempo i grandi fotografi erano ben consapevoli del loro ruolo e si comportavano di conseguenza. Avevano un naturale rispetto verso i luoghi e le culture che incontravano sulla loro strada. Oggi, invece, forse proprio perché c’è più competizione, ho come l’impressione che anche molti rinomati fotografi diventino invadenti, se non irrispettosi, quando viaggiano.
Non c’è più quel rispetto, quel mantenere le distanze. Non si cattura più un pezzo di mondo così com’è, ma lo si prova a plasmare un po’ per ottenere lo scatto giusto. Dico questo non per generalizzare e fare il moralista ma perché viaggiando molto ho incontrato diversi fotografi professionisti e purtroppo ho assistito a scene che mi hanno lasciato senza parole. Ho visto persone che vivono di fotografia urlare in faccia ad anziane signore balinesi o thailandesi affinché stessero ferme in una certa posa, ricordando loro che avrebbero ricevuto un compenso economico. Non parliamo, poi, di quello che ho visto fare agli animali per ottenere lo scatto perfetto… e non parlo solo di chi cerca i grandi like su Instagram ma anche di fotografi pubblicati su riviste internazionali e prestigiose.
Insomma, ho come l’impressione che un tempo i grandi “testimoni” avessero un senso di responsabilità che oggi non c’è più. E non parlo solo di fotografi, ma anche di giornalisti e scrittori. Pensiamo a Tiziano Terzani, ad esempio, con quel suo modo crudo e a volte anche cinico di raccontare il mondo per quello che è davvero. Un atteggiamento che apparteneva agli uomini della sua generazione, ossessionati dalla verità e dal desiderio di raccontare la realtà, che oggi è purtroppo molto raro.

Frase di Mangia Vivi Viaggia

3) L’impatto dei social e dell’informatica in generale è stato radicale, ha modificato tutte le linee guida dei nostri genitori e le tabelle di marcia cambiando il mercato del lavoro. Per molti è stata la rovina dei nostri tempi levando parecchia mole di lavoro, per altri (anche secondo noi) ha creato delle notevoli opportunità che in passato mancavano. Te cosa ne pensi? Per esempio con Viaggi Vivi Mangia il tuo portale è stato di aiuto per diffondere il tuo modo di pensare.

Penso che la tecnologia sia uno strumento potentissimo che non possa essere giudicato a priori come positivo o negativo. Come ogni strumento, dipende tutto dall’uso che ne fai. Personalmente la tecnologia mi ha salvato da una vita che non avrei sentito mia (un lavoro in ufficio, tutto l’anno nello stesso posto, due settimane ad agosto per viaggiare…) e mi ha permesso di costruirmi un’esistenza libera e felice, basata sulle mie passioni. La tecnologia mi ha dato l’opportunità di vivere della scrittura, opportunità che vent’anni fa non avrei avuto. Ad alcuni miei conoscenti ha dato l’opportunità di vivere di fotografia (con la Micro-Stock Photography).
Internet crea sentieri dove prima c’era solo una lunga strada su cui tutti erano ammassati, ma la maggior parte delle persone (soprattutto in Italia) ancora non se ne rende conto. Molti credono che i social servano solo a guardare foto e video divertenti, sono convinti che siano un passatempo o una “droga”, una perdita di tempo. Non è così, se li usi in maniera intelligente puoi imparare tantissimo, conoscere persone interessanti e creare nuovi presupposti per migliorare la tua vita. Credo che invece di demonizzare la tecnologia e tirare fuori la solita storia che una volta si stava meglio, bisognerebbe concentrarsi su ciò che la tecnologia può offrirci.

Gianluca Gotto

4) Il tuo nuovo libro “Le coordinate della felicità” racchiude tutto quello che hai sempre sostenuto e documentato in questi anni. In fondo la felicità è una cosa semplice. Ti immaginiamo a scrivere la bozza del libro su qualche amaca in giro per il mondo, come è andata effettivamente?

È stato un processo piuttosto romantico a dir la verità, vecchio stile. Ho raccolto tutti i quaderni e i taccuini che avevo accumulato negli anni e me li sono portati in viaggio in Asia. Li ho riletti tutti e poi ho iniziato a scrivere, mentre viaggiavo. Considerando che racconta una storia di vita alternativa nella quale il viaggio ha un ruolo centrale, sono contento di aver scritto il mio libro in viaggio, tra la Malesia, Bali, Singapore, la Thailandia e la Cambogia.

5) Stanno nascendo giorno dopo giorno travel blogger, ma più che per passione sembra che lo fanno quasi per “moda” o per “possibilità di guadagno”. In te si vede uno spirito diverso, quasi alla “On the Road” del grande Jack Kerouac. Si vede che hai iniziato perché hai sentito che quella era la tua nuova strada ed il successo è arrivato con il tempo. Cosa ti senti di consigliare a chi sta iniziando questo percorso?

A un aspirante travel blogger consiglio di essere diverso. In questo mondo così stereotipato e ripetitivo, dove a volte non riesci nemmeno a distinguere una persona da un’altra, una fotografia dall’altra, è importante brillare della propria luce. Certo, la tentazione di omologarsi per ottenere subito un piccolo successo è, per molti, troppo forte. Ma a lungo andare, perché qualcuno dovrebbe essere interessato a quello che pubblichi se è identico a ciò che vede già ogni giorno dappertutto? Io credo che nei prossimi anni la gente cercherà solo contenuti originali e genuini. Vuoi diventare un travel blogger? Racconta il mondo, ma a modo tuo. Sii originale con le fotografie e con le parole, offri qualcosa di diverso dal rumore generale.
Essere ed esprimere se stessi senza filtri è inoltre molto gratificante a livello personale.

Foto di Gianluca Gotto

6) Conosci “Humans of New York”? Ha creato qualcosa di unico nel suo genere ed è stato replicato con successo in tutte le località del mondo. Con delle semplici foto di volti si raccontano le storie di persone incontrate così per caso in giro per la città. Storie affascinanti, commoventi, semplici quanto complicate alcune volte. Secondo noi quella pagina ha segnato involontariamente una pagina della storia perché ha svelato alle persone comuni che i cittadini sconosciuti accanto a noi a volte possono racchiudere delle storie ed esperienze da brividi. Un po’ come nel film “In to the wild”, parlare con il prossimo fa bene alla salute e alla mente. Quando sei in viaggio come ti relazioni con le altre persone? Ci credi nello scambio di energie e di cultura?

Conosco il progetto “Humans of New York” e lo trovo molto interessante, a suo modo geniale. Ce n’è un altro che mi piace molto, si chiama “The Atlas of Beauty” ed è a cura della fotografa rumena Mihaela Noroc.
Gira il mondo e fotografa ragazze con tratti estetici molto forti e caratteristici del luogo in cui sono nate e cresciute. Così, vicino alla ragazza irlandese con le lentiggini e i capelli rossi trovi la ragazza filippina con la
pelle olivastra e gli occhi e i capelli nerissimi. È un progetto fotografico che, almeno ai miei occhi, mostra che le differenze esistono ma sono proprio le differenze a rendere meraviglioso il pianeta su cui viviamo. Siamo tutti umani, su un piano universale, ma ognuno di noi è unico e diverso da tutti gli altri. Imparare ad apprezzare le differenze senza averne paura è fondamentale ed è una grande lezione che impari viaggiando.
Tornando alla tua domanda, quando viaggio cerco sempre di stringere un contatto umano con altre persone. Non solo con la gente del luogo ma anche con i viaggiatori e le viaggiatrici che incontro.
D’altronde, se è vero che puoi imparare molto su una nuova cultura parlando con un ragazzo di Bali che ti spiega il significato della festività induista a cui stai assistendo, puoi imparare molto anche conversando davanti a una birra con una ragazza argentina che ti racconta le tradizioni del suo paese.
Io credo che ci siano tante definizioni del “viaggiare” ma nessuna di queste possa escludere lo scambio.
Viaggiare è uno scambio, è un confronto, è una condivisione continua. Quando viaggio mi piace ritagliarmi del tempo solo per me, per stare da solo a osservare il mondo, ma alla fine, come dice Christopher McCandless nel film “Into the Wild”, la felicità è reale solo quando è condivisa. Non ero sicuro che fosse vero, poi ho iniziato a viaggiare e ho capito che è la verità. Viviamo in una società incentrata sull’ego che ci manda continui segnali per convincerci del contrario, ma un abbraccio, una chiacchierata, un sorriso, un “grazie” o un pasto condiviso ti danno qualcosa che da solo non pui raggiungere.

7) Come ti vedi tra 30 anni Gianluca? Ancora in viaggio in giro per il mondo?

Viaggiare in Asia mi ha permesso di imparare molte lezioni di vita. Una delle più preziose riguarda l’importanza di vivere nel “qui e ora”: io non possiedo niente se non il momento presente. Non ho certezza di avere un futuro e sicuramente non ho alcun controllo sul passato. Ho solo questo attimo fuggente che chiamiamo “adesso”. Il buddhismo e la meditazione mi hanno insegnato a preoccuparmi soprattutto di curare questo “adesso”, cercare di renderlo il migliore possibile. Non vivo alla giornata, sia chiaro. Pianifico e lavoro ogni giorno per provare a costruirmi un futuro felice. Ma non posso e non voglio sapere come sarò tra trent’anni. A furia di rimandare e rimandare, i tuoi sogni invecchiano male e ti dimentichi che forma ha la tua felicità. Se ti concentri sul presente, provi a fare di ogni singola giornata una storia da ricordare.

8) Questa è una domanda cult per le interviste di Fotografia Moderna, secondo noi racchiude tutta l’essenza e l’anima di una persona con tutte le sue sfumature. Gianluca Gotto come la vive la sua vita? A colori o in bianco e nero?

Assolutamente a colori. Amo le sfumature, nella vita, nei luoghi e nelle persone.

AGGIORNAMENTO: È uscito nel Luglio del 2019 un nuovo libro di Gianluca che segnaliamo con piacere: “Come una notte a Bali”


Grazie mille Gianluca per questa intervista, è stato un vero piacere! Alla prossima!
Grazie a voi, è un vero piacere 🙂

Alessio Fabrizi
Alessio Fabrizi
Alessio Fabrizi, fondatore di Fotografia Moderna dal lontano 2015 con l'obiettivo di creare una community unita di fotografi italiani. Cerco sempre notizie che possano interessare gli appassionati di fotografia, mi diverto a fare recensioni di attrezzature fotografiche e consigliare con guide all'acquisto le migliori alternative sul mercato per dare ai fotografi un'alternativa migliore, magari anche ad un prezzo conveniente! Iniziata come passione, Fotografia Moderna è diventata in poco tempo uno dei portali più cliccati d'Italia arrivando a raggiungere più di 1 milione di lettori.
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