Mimmo Jodice è un fotografo italiano nato nel 1934 nel Rione Sanità di Napoli, che ha iniziato ad appassionarsi alla fotografia negli anni Sessanta. Grazie alla sua grande capacità artistica, è stato notato fin da subito da alcuni critici e inserito come rappresentante dell’avanguardia artistica nel catalogo della mostra Italian metamorphosis 1943-’68 al museo Guggenheim di New York, lavorando anche con grandi artisti come Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Jasper Johns, Sol LeWitt e Jannis Kounellis.
Oggi, Jodice è considerato uno dei maggiori fotografi italiani contemporanei, grazie alla sua continua ricerca visuale sulla memoria e sul dualismo tra realtà e immaginazione, che esorcizza dubbi e inquietudini del vivere.
Dal 1970 al 1994, ha insegnato fotografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 1970, Cesare Zavattini presentò la sua prima mostra nazionale, intitolata Nudi dentro cartelle ermetiche, alla galleria Il Diaframma di Milano. Dopo le prime sperimentazioni che indagavano le numerose possibilità espressive della fotografia, Jodice ha poi concentrato la sua attenzione sulla realtà di Napoli nei suoi aspetti sociali, storici e paesaggistici. Con Vedute di Napoli del 1980, ha iniziato un profondo rinnovamento del linguaggio espressivo del fotografo napoletano. Nonostante la sua fotografia sociale non si collochi nel quadro del reportage tradizionale, l’attenzione di Jodice si concentra maggiormente sullo scenario che sull’azione.
Negli anni ottanta, le figure e le storie degli uomini sono uscite di scena, lasciando spazio alla città vuota come metafisico contenitore. Negli anni novanta, invece, il suo approccio si è orientato verso uno studio profondo delle impronte del passato sul presente. Il volume Mediterraneo, pubblicato nel 1995 dalla casa editrice Aperture di New York, rappresenta una raccolta di frammenti di sculture e di edifici che appartengono alle origini greche condivise dai paesi del Mediterraneo, esaltati attraverso un bianco e nero nettissimo.
Nel 2003, Jodice è stato il primo fotografo a ricevere il premio “Antonio Feltrinelli” dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Nel 2006, l’Università Federico II di Napoli gli ha conferito la Laurea Honoris Causa in Architettura, mentre nel 2016 il museo d’arte contemporanea di Napoli (MADRE) gli ha dedicato una grande retrospettiva.
Jodice è un fotografo che utilizza una pellicola e una fotocamera Hasselblad medio formato per le sue creazioni. Il suo bianco e nero è noto per il forte contrasto che utilizza. In molte delle sue immagini, il tempo sembra fermarsi, con resti archeologici, forme architettoniche, volti antichi scolpiti nella pietra e il mare come soggetti principali. Gran parte del lavoro di Jodice avviene in camera oscura, dove il fotografo ridisegna le immagini catturate, producendo bianchi accecanti e neri profondi che spesso inghiottono le figure. Il suo stile è essenziale ma denso di significati e messaggi, in grado di raccontare intere storie attraverso le sue immagini. Jodice esplora continuamente nuove strade artistiche, sfocando e decostruendo gli elementi, combinando elementi astratti e cubisti con oggetti figurativi, cercando di superare e trasfigurare la realtà stessa. L’obiettivo è quello di costruire una metafisica espressione di una memoria universale, atemporale, capace di emozionare e di toccare l’animo degli spettatori.
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