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Nan Goldin: La fotografa spietata

Nan Goldin, nata il 12 settembre 1953 a Washington da genitori ebrei appartenenti alla piccola borghesia, è uno dei fotografi più celebri e controversi del XX secolo. La sua arte ha influenzato un’intera generazione di fotografi grazie ai suoi ritratti sinceri e spietati.

Nan Goldin biografia

Cresciuta a Boston, Nan ha frequentato la School of the Museum of Fine Arts. Durante la sua infanzia, ha subito il suicidio della sorella maggiore Barbara Holly all’età di diciotto anni. I suoi genitori hanno deciso di tenere l’accaduto segreto sia all’esterno che all’interno della famiglia per preservare la loro reputazione e la stabilità familiare. Questo ha portato Nan a sviluppare un’ossessione per la verità, e ha iniziato a utilizzare la sua visione artistica per documentare la vita.

Nel 1978, si è trasferita a New York dove ha raggiunto la fama con la vera opera d’arte di Nan Goldin “The Ballad of Sexual Dependency”. Quest’opera è stata creata unendo un grande numero di diapositive a colori scattate in periodi diversi, accompagnate da una colonna sonora.

Nan Goldin fotografa ed il suo stile

Si dice che la fotografia postmoderna crei una finzione parallela al mondo reale anziché ricrearlo. Tuttavia, la fotografia di Nan Goldin crede ancora nella capacità dell’immagine fotografica di rappresentare esperienze autentiche.

Per Nan Goldin, l’obiettivo fotografico diventa parte integrante del suo corpo, in grado di registrare impressioni ed esperienze senza alcuna censura. La sua ricerca fotografica è potente e morbosa, indagando tra tossici, drag queen, donne pestate e scatti pieni d’amore. Con il suo lavoro, Nan Goldin crea un monumentale documento visivo di ricordi e momenti di intimità.

La sua arte è ambientata sullo sfondo della malattia dell’AIDS e del sesso, che si mescolano con elementi di lusso e miseria, lussuria ed innocenza. Nan Goldin corre la sua battaglia contro il tempo e la morte, cercando di preservare l’essenza di ciò che vive. Il suo percorso di maturazione è segnato da esperienze limite, passando dalle sembianze dionisiache dei party newyorchesi, caratterizzati da una sessualità libera, all’emancipazione dalla droga e alle molestie del suo ex ragazzo.

Nan Goldin è un’artista che non lascia indifferenti, dando voce ad un mondo underground e dannato, in cui però ci sono spazi per valori universali con cui identificarsi. La sua arte tesse invisibili tele di empatia tra il soggetto fotografato e lo spettatore, esaltando un dialogo privo di veli che mette a nudo l’eternità delle sensazioni, tra shock, voyeurismo e compassione.

Nel corpus fotografico di Nan Goldin si trovano vari autoritratti, in cui la fotografa americana si è usata come strumento di catarsi. Tra questi, c’è l’inquietante autoritratto del 1984, intitolato “Nan un mese dopo essere stata picchiata“. Nan Goldin non menziona il nome del suo aggressore nel titolo; ciò che è importante è che tutti possiamo testimoniare gli effetti del crimine sul suo volto, con i segni e l’occhio rosso di sangue che ci fissa.

Nan Goldin opere

Qui sotto le splendide fotografie di Nan Goldin che ho trovato sul sito ufficiale del Moma.

Nan Goldin Ballad Sexually Dependency

La “Ballata della Dipendenza Sessuale” o appunto “Ballad Sexually Dependency” è una presentazione di circa 700 fotografie che Nan Goldin ha prodotto selezionando le sue immagini scattate a partire dagli anni ’80. La fotografa e le persone che ha frequentato nel tempo sono i soggetti del lavoro, molti dei quali sono tossicodipendenti immortalati nella vita quotidiana. L’intero progetto è stato realizzato a Boston, New York, Londra, Berlino e in altre città in cui Nan Goldin ha vissuto.La fotografa descrive il lavoro come un diario personale che lei stessa ha reso pubblico: “Il diario è la forma di controllo della mia vita. Mi permette di annotare in modo ossessivo ogni dettaglio. Mi permette di ricordare”.

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The Ballad of Sexual Dependency
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Nan Goldin fa parte del gruppo noto come i “Cinque di Boston” (Five of Boston) e il suo lavoro è considerato significativo nel campo della fotografia contemporanea, insieme a Terry Richardson e Wolfgang Tillmans. Il suo lavoro esplora a 360 gradi il mondo LGBT nei momenti di intimità, durante il periodo dell’HIV e dell’uso smisurato degli oppioidi.

La sua opera più famosa documenta la sottocultura gay dopo Stonewall, ma anche la sua famiglia e i suoi amici. Il suo è un reportage intimo, un tipo di fotografia che ha influenzato moltissimo le generazioni successive al suo lavoro. I suoi lavori, che fin dall’inizio utilizzano più media, anticipano la realtà fotografica attuale.

Libri di Nan Goldin

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Nan Goldin film

Per conoscere veramente Nan Goldin, è essenziale vedere il documentario “Tutta la bellezza e il dolore – All the Beauty and the Bloodshed”, diretto dalla regista premio Oscar Laura Poitras, già vincitrice del Leone d’Oro alla 79esima Mostra del Cinema di Venezia e candidata ai premi Oscar 2023.

Il film, che sarà proiettato nei cinema con I Wonder Pictures, racconta la storia intima ed emozionante della celebre artista e attivista attraverso diapositive, dialoghi inediti, fotografie rivoluzionarie e rari filmati della sua battaglia per ottenere il riconoscimento della responsabilità della famiglia Sackler nella crisi degli oppioidi.

Alessio Fabrizi
Alessio Fabrizi
Alessio, fondatore di Fotografia Moderna dal lontano 2015 con l'obiettivo di creare una community unita di fotografi italiani. Cerco sempre notizie che possano interessare gli appassionati di fotografia, mi diverto a fare recensioni di attrezzature fotografiche e consigliare con guide all'acquisto le migliori alternative sul mercato. Iniziata come passione è diventato in poco tempo uno dei portali più cliccati d'Italia arrivando a raggiungere più di 1 milione di appassionati ogni anno finendo per essere un lavoro a tempo pieno dove ogni giorno impiego il mio tempo per cercare notizie o migliorare il sito.
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