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Migrant Mother di Dorothea Lange

Questa immagine, conosciuta come “Migrant Mother” (Madre Migrante), rappresenta un’icona della Grande Depressione, raffigurando una donna che simboleggia sia la sofferenza nazionale sia la resilienza materna. Ha suscitato una risposta collettiva tra gli americani, spingendoli a reagire moralmente di fronte alla crisi e trasformandosi in uno strumento politico di notevole impatto.

Fotografata da Dorothea Lange a Nipomo, nella Imperial Valley, all’inizio di marzo del 1936, l’immagine nasce mentre Lange passava vicino a un campo con oltre duemila braccianti impiegati nella raccolta di piselli. Un’improvvisa ondata di gelo aveva devastato la produzione, aggravando la crisi giornaliera.

Lange scoprì una donna con dei bambini in una tenda lungo la strada; dopo aver scattato da lontano, si avvicinò e conversò brevemente con lei prima di fare altre quattro foto, senza mai chiederle il nome o la storia personale, come era consuetudine della FSA, l’agenzia per cui lavorava.

Il 10 marzo, il San Francisco News pubblicò alcune di queste fotografie accompagnate da un articolo dal titolo “Cenciosi, affamati, falliti: i raccoglitori vivono nello squallore”. Il giorno dopo, un altro pezzo evidenziava l’impatto del New Deal su quella madre e i suoi figli, generando una risposta immediata: al campo furono inviati cibo, vestiti, medici e medicine.

Il viso sofferente ma dignitoso della “Migrant Mother” divenne poi un simbolo familiare per milioni di americani, apparendo su pannelli illustrativi della FSA, giornali, riviste, libri di scuola e persino su un francobollo.

La storia della foto

Nel 1970, un giornalista riesce a rintracciare la donna ritratta nella fotografia “Migrant Mother”, e la storia subisce una svolta. Si scopre che il suo vero nome è Florence Thompson, nata nel 1903 nel territorio indiano della nazione Cherokee. Contrariamente all’immagine dei pionieri eroici, Florence discende dai Cherokee che furono forzatamente deportati in Oklahoma nel 1838 dal governo americano, lungo un tragico percorso noto come il Sentiero delle Lacrime, che costò la vita a 4000 Cherokee.

Florence racconta un’esperienza diversa riguardo al famoso incontro con la fotografa Dorothea Lange, che potrebbe aver messo quest’ultima in imbarazzo: descrive l’arrivo di Lange in un’auto nuova e il suo inizio a scattare foto mentre lei e le sue bambine si rifugiavano intimorite. Florence stessa si sentiva a disagio e, come diremmo oggi, violata nella sua privacy, il che potrebbe spiegare l’espressione dura che appare in tutte le immagini.

Secondo Florence, Lange le aveva promesso di non pubblicare le foto, sostenendo che sarebbero state utili per ottenere aiuti per le persone del campo. Florence aveva sempre odiato quelle fotografie, che le ricordavano un periodo di estrema difficoltà superato senza l’aiuto del governo americano. Per lei, quelle immagini avevano arricchito la fotografa, ma non il loro soggetto.

Solo nel 1983, la popolarità di quell’immagine portò a Florence alcuni benefici tardivi: una raccolta fondi di pochi giorni fruttò oltre 25.000 dollari, utilizzati per assistere Florence, allora malata di cancro, e garantirle un funerale dignitoso.

Nel 1998, una copia autografata della “Migrant Mother” da Lange è stata venduta all’asta da Sotheby’s per 244.500 dollari.

Alessio Fabrizi
Alessio Fabrizi
Alessio Fabrizi, fondatore di Fotografia Moderna dal lontano 2015 con l'obiettivo di creare una community unita di fotografi italiani. Cerco sempre notizie che possano interessare gli appassionati di fotografia, mi diverto a fare recensioni di attrezzature fotografiche e consigliare con guide all'acquisto le migliori alternative sul mercato per dare ai fotografi un'alternativa migliore, magari anche ad un prezzo conveniente! Iniziata come passione, Fotografia Moderna è diventata in poco tempo uno dei portali più cliccati d'Italia arrivando a raggiungere più di 1 milione di lettori.
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