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Vivian Maier: La storia della fotografa silenziosa

Il destino spesso riserva sorprese, specialmente nel mondo dell’arte, dove talenti nascosti possono emergere dall’oscurità anche dopo la loro scomparsa. Vivian Maier è un esempio emblematico di questo fenomeno, ma con una singolare differenza: ha vissuto una vita riservata, lavorando come bambinaia, mentre coltivava segretamente la sua passione per la fotografia. In questa narrazione, esploreremo la storia di una delle fotografe più enigmatiche e influenti del XX secolo, una vera pioniera della street photography.

La vita di Vivian Maier è rimasta avvolta nel mistero per lungo tempo, fino a quando John Maloof, un giovane storico, non ha scoperto casualmente le sue straordinarie fotografie, lanciandola così nell’immortalità artistica.

L’infanzia e l’amore per la fotografia

Nasce nel 1926, a New York, figlia di un padre statunitense di origini austriache e di una madre francese. La separazione dei genitori poco dopo la sua nascita la portò a rimanere con la madre, trasferendosi successivamente in Francia, dove trascorse gran parte della sua infanzia. È durante questo periodo che Jeanne Bertrand, una fotografa professionista, entrò nella loro vita, trasmettendo a Vivian e alla madre la passione per la fotografia.

Il ritorno negli Stati Uniti avvenne nel 1938, ma brevemente, poiché Vivian ereditò una casa in Francia e decise di tornare lì. Con il ricavato dalla vendita della casa, si procurò una macchina fotografica di alta qualità e intraprese viaggi attraverso il Nordamerica, documentando la sua esperienza con scatti significativi.

Vivian Maier e il viaggio in Oriente

Nonostante lavorasse come bambinaia, Vivian Maier trasformò la sua passione per la fotografia in una parte integrante della sua vita quotidiana. Si dice che abbia persino allestito una camera oscura nel bagno privato presso una delle famiglie presso cui lavorava, per sviluppare le sue fotografie in totale autonomia. La sua attenzione ossessiva verso il mondo che la circondava la portò a trascorrere ore a osservare la vita di strada e a catturare con la sua macchina fotografica ogni momento significativo.

Durante il suo servizio presso i Gensburg, intraprese un viaggio epico di sei mesi in varie parti del mondo, tra cui India, Yemen, Thailandia, Italia e Francia. Questo viaggio arricchì il suo bagaglio di esperienze e influenzò la sua visione artistica.

Ultimi anni e eredità

Anche dopo aver continuato a lavorare come bambinaia, Vivian Maier non smise mai di fotografare. Utilizzando diverse fotocamere, tra cui una Kodak e una Leica, ampliò il suo repertorio artistico, passando anche alla fotografia a colori. La perdita della madre nel 1975 la portò a continuare il suo lavoro, portando con sé le sue casse di fotografie personali.

Grazie al sostegno dei fratelli Gensburg, Vivian Maier riuscì a risollevarsi da alcuni problemi finanziari. Tuttavia, la sua morte nel 2009, a causa di un incidente, segnò la fine di una vita straordinaria, lasciando dietro di sé un’eredità fotografica che sarebbe stata scoperta solo dopo la sua scomparsa.

La scoperta di Vivian Maier

Nel 2007, due anni prima della sua morte, Vivian Maier è stata scoperta da John Maloof, figlio di un rigattiere, durante una ricerca su Chicago. In cerca di materiale fotografico, Maloof acquistò un box contenente numerosi negativi da sviluppare, provenienti da una donna che aveva smesso di pagare l’affitto per problemi economici.

Stampando e condividendo online alcune di queste fotografie, Maloof suscitò un enorme interesse e iniziò a cercare l’autrice di questi scatti, identificandola successivamente come Vivian Maier. Maloof ha poi lavorato attivamente per divulgare l’opera fotografica di Maier, organizzando mostre in tutto il mondo. La domanda persiste: se Maloof non avesse acquistato quel box all’asta, avremmo mai scoperto questa straordinaria fotografa?

Secondo Maloof, questa scoperta ha avuto un impatto significativo sulla street photography e sulla sua stessa vita, cambiandole radicalmente.

Vivian Maier, la street photography e i selfie

La maggior parte delle fotografie di Vivian Maier è stata scattata sulle strade di Chicago e New York, catturando momenti e dettagli della vita quotidiana. I suoi scatti sono noti per il loro potere comunicativo e la loro capacità di trasmettere emozioni e atmosfere uniche.

Ogni soggetto ritratto nelle sue fotografie è raccontato con una profondità e una semplicità straordinarie, trasportando gli spettatori nelle strade che lei stessa percorreva abitualmente. Maier non si è limitata alle strade di casa: la sua curiosità la ha spinta a viaggiare in Oriente e in Europa, ampliando così il suo repertorio artistico.

Un aspetto interessante del suo lavoro sono gli autoritratti, che rappresentano una forma di autoesplorazione e introspezione. In un’epoca in cui i selfie erano ancora poco diffusi, Maier utilizzava la fotografia come strumento per conoscere meglio se stessa, catturando riflessi, ombre e altre rappresentazioni che comunicavano molto della sua personalità e della sua visione del mondo.

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Alessio Fabrizi
Alessio Fabrizi
Alessio Fabrizi, fondatore di Fotografia Moderna dal lontano 2015 con l'obiettivo di creare una community unita di fotografi italiani. Cerco sempre notizie che possano interessare gli appassionati di fotografia, mi diverto a fare recensioni di attrezzature fotografiche e consigliare con guide all'acquisto le migliori alternative sul mercato per dare ai fotografi un'alternativa migliore, magari anche ad un prezzo conveniente! Iniziata come passione, Fotografia Moderna è diventata in poco tempo uno dei portali più cliccati d'Italia arrivando a raggiungere più di 1 milione di lettori.
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