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Paolo Mangoni: Microbiologia e Fotografia

Oggi parliamo con Paolo Mangoni, biologo presso l’ospedale di Casalmaggiore con la passione per la fotografia. I suoi lavori sono stati apprezzati dalla critica fotografica ottenendo anche ottimi riscontri dalla FIAF (Federazione italiana associazione fotografi) e pubblicati su riviste e cataloghi di settore.

Buongiorno Paolo, grazie per aver partecipato a questa intervista! Sarò sincero con te, sono stato colpito in particolar modo dal tuo progetto fotografico “Terra mia”, mi ha ricordato in pochi istanti il carisma e la potenza delle foto di Ansel Adams. Raccontare in bianco e nero le forme geometriche, i solchi nella terra, la profondità delle linee della terra è un metodo per dare molta potenza alla natura. Sembrano quasi fotografie astratte, ma sono tutte forme reali. Chi sei Paolo? Com’è  iniziata questa tua passione?

Ciao e innanzitutto grazie per questa intervista che mi avete dedicato. Come dicevi sono microbiologo e pratico la fotografia per passione. Ho iniziato a scattare al termine dei primi studi universitari; da subito mi sono associato alla FIAF e al circolo Fotocine Casalasco di Casalmaggiore. Ciò mi ha permesso di instaurare contatti con altri appassionati fotografi, di maturare e di alimentare questa passione.


2) Mi hai fatto notare il tuo progetto Pairing dove sei riuscito a vincere il premio “Street” al Trofeo Città di Follonica 2019 patrocinato dalla FIAF, devo ammettere che l’accostamento dei colori alle forme geometriche da sempre un sapore diverso alle foto, anche se possono sembrare all’apparenza banali, hanno sempre un elemento che le contraddistingue dalla massa. Ed è proprio dei colori nella fotografia che ti voglio parlare, ho fatto caso che non hai una via preferita, utilizzi il bianco e nero ed il colore nelle tue foto. Qual è la linea sottile che divide le due fotografie?

Non ho mai avuto preconcetti in merito. Partiamo dal presupposto che il mondo è a colori e che la stessa fotografia digitale nasce a colori. Non vedo perché dovrei trasformare tutto in bianconero solo per uniformare la mia produzione. Molti lo fanno ma è un’idea che mi ha trovato sempre in disaccordo. A mio parere ci sono foto che funzionano bene a colori, altre che funzionano meglio in bianconero. A volte un punto di colore è fondamentale per creare improbabili accostamenti e foto interessanti (vedi il mio libro “Coincidenze cromatiche”), altre volte il colore è fondamentale per evidenziare la bellezza del mondo, altre volte è solamente un disturbo visivo che distoglie attenzione dal contenuto e dal messaggio che si vuole comunicare, quindi meglio eliminarlo. Credo di muovermi a mio agio tra il colore e il bianconero, attratto da cromie, contrasti, forme e contenuti; l’importante però è decidere prima dello scatto in base al risultato che si vuole ottenere.


3) Questa tua passione per la fotografia ti permette di guardare il mondo con occhi diversi, essendo tu stesso un biologo, quali elementi ci sono in comune tra la genetica degli esseri umani e nella natura e la fotografia? Alla fine non sono tutte e due degli studi sull’evoluzione?

Caspita, è una domanda difficile e non so se sono in grado di rispondere! In questi ultimi anni mi sono concentrato prevalentemente sulla street photography e mi definisco un fotografo del quotidiano.  E’ un genere fotografico difficile che richiede di sviluppare un’evoluzione sia in campo fotografico che umano, acquisendo una certa capacità di osservazione, di creatività, tecnica e rapidità. Spesso è l’ambiente circostante che evolvendosi e mutando ogni giorno stimola il fotografo, attento e pronto, a fotografare. La stessa natura a volte ci stupisce per quanto bella e magica. Quando riusciamo a tramutarla in fotografia è stupendo. Quando riusciamo a trasmettere emozioni è magnifico. Personalmente negli scatti cerco di cogliere la poesia della quotidianità per ottenere immagini che possano, in qualche modo, emozionare. Ovviamente non sempre raggiungo questo obiettivo.


4) Pensi sia cambiata la fotografia in questi anni? In cosa si sta evolvendo? Se uno guarda il tuo progetto “la fabbricazione manuale della carta” sembra quasi che ci sia stato un tuffo nel passato. Pensi che anche le tue foto più recenti tra qualche anno possano raccontare un’epoca così vicina ma allo stesso tempo lontana?

Come “appare” un’immagine ha poca importanza. Al giorno d’oggi siamo sommersi da una notevole quantità di bellissime fotografie ma scarne nel contenuto, mentre ancora oggi si osservano immagini di altri tempi, meno scenografiche ma emozionanti. L’obiettivo di un fotografo dovrebbe essere quello di comunicare ed emozionare, solo in questo modo le sue fotografie potranno resistere al tempo.


5) Questa è una domanda di rito di Fotografia Moderna, Paolo Mangoni come vive la sua vita, a colori o in bianco e nero?

Con una moglie e due bambine bellissime direi decisamente a colori!

Grazie mille Paolo per il tuo tempo, è stato un piacere!

Grazie a voi,  a presto.

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Alessio Fabrizi
Alessio Fabrizi
Alessio, fondatore di Fotografia Moderna dal lontano 2015 con l'obiettivo di creare una community unita di fotografi italiani. Cerco sempre notizie che possano interessare gli appassionati di fotografia, mi diverto a fare recensioni di attrezzature fotografiche e consigliare con guide all'acquisto le migliori alternative sul mercato. Iniziata come passione è diventato in poco tempo uno dei portali più cliccati d'Italia arrivando a raggiungere più di 1 milione di appassionati ogni anno finendo per essere un lavoro a tempo pieno dove ogni giorno impiego il mio tempo per cercare notizie o migliorare il sito.
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