Ernst Haas, nato a Vienna nel 1921, è un rinomato fotografo austriaco.
Come molti altri artisti del suo tempo, come Henri Cartier-Bresson, Haas inizialmente aspirava a diventare un pittore.
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Biografia
Negli anni ’40, intraprende gli studi di medicina ma, a causa delle sue origini ebraiche, è costretto ad interromperli, trovandosi coinvolto nell’esercito tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale.
Dopo il conflitto, si dedica alla fotografia, catturando immagini del ritorno dei prigionieri di guerra austriaci, attirando l’attenzione di LIFE, che gli offre un contratto da fotografo interno, che però egli rifiuta per mantenere la sua indipendenza. Nel 1949, su invito di Robert Capa, diventa parte dell’agenzia Magnum, dove stringe legami con Cartier-Bresson e Werner Bischof.
Nel 1951 si trasferisce negli Stati Uniti, iniziando ad esplorare l’uso del colore con le pellicole Kodachrome, in un periodo in cui la fotografia a colori era ancora poco considerata artisticamente. Haas diventa presto uno dei più grandi fotografi a colori degli anni ’50, con LIFE pubblica un ampio reportage a colori su New York nel 1953, segnando un momento storico.
Nel 1962, una sua retrospettiva diventa la prima esposizione di fotografie a colori presso il Museum of Modern Art di New York.
Durante la sua carriera, Haas ha viaggiato in tutto il mondo, realizzando reportage per diverse riviste prestigiose, tra cui LIFE e Vogue, e ha pubblicato quattro libri, tra cui “The Creation” (1971) e “Himalayan Pilgrimage” (1978).
Nel 1986, anno della sua morte, viene insignito del Premio Hasselblad.
Lo stile di Ernst Haas
Ernst Haas è indubbiamente uno dei fotografi più influenti e celebrati nella storia della fotografia. I pilastri della sua ricerca artistica, per i quali è stato un vero pioniere e rivoluzionario, sono principalmente due: il colore e il movimento.
La sua sperimentazione fotografica era incentrata sulla ricerca di uno stile che permettesse di massimizzare l’interplay tra colore e movimento. Il risultato è uno stile distintivo caratterizzato da immagini intenzionalmente dinamiche e vibranti tonalità cromatiche, riflettendo anche le sue aspirazioni giovanili nel campo della pittura. Questa estetica si manifesta chiaramente nella celebre serie di fotografie dedicate alla corrida, dove colore e movimento si fondono creando un nuovo linguaggio visivo.
Molte volte gli venne chiesto riguardo alla sua decisione di adottare il colore, all’epoca ancora poco comune. Per Haas, la preferenza per il colore derivava principalmente dalla particolarità del periodo storico in cui viveva: “Nei miei ricordi, gli anni della guerra, tutti gli anni della guerra, compresi almeno cinque duri anni di dopoguerra, saranno per sempre in bianco e nero, o meglio: in grigio”, raccontava Haas. “In qualche modo, forse simbolicamente, volevo dire che il mondo e la vita erano cambiati, come se tutto all’improvviso fosse stato ridipinto di fresco. I tempi grigi erano finiti. Come all’inizio di una nuova primavera, volevo celebrare i nuovi tempi, colmi di speranze, con il colore.”
Oltre alla spinta storica, la sua creatività giocava un ruolo fondamentale: “Penso che il colore rappresenti una sfida maggiore. Con il bianco e nero ci sono solo tonalità di grigio. Con il colore, invece, ci si confronta con incredibili combinazioni di sfumature sottili che possono essere sfruttate per esprimere profondità o rilievo. Il bianco e nero riproduce le linee essenziali nel modo più immediato. Se, per esempio, si deve fotografare una situazione in cui il soggetto principale è vestito di grigio mentre un personaggio secondario è in rosso, l’occhio sarà costantemente attratto da quest’ultimo. Con il bianco e nero il problema non sussiste, ma con il colore bisogna procedere con molta attenzione. Fotografare a colori è più difficile: è necessario pensare e sentire in modo diverso”.
Anche l’utilizzo del mosso rappresentò una sfida creativa che Haas affrontò con successo. Come egli stesso spiegava, l’obiettivo era catturare l’essenza del movimento nel tempo e nello spazio: “Ho voluto liberarmi dal classico istante statico”, ripeteva, “per creare un’immagine che trasmettesse anche il concetto di tempo”.
Si cimentò con praticamente tutti i principali generi fotografici, eccellendo dal fotogiornalismo alla fotografia industriale, dal reportage di costume alla fotografia sportiva, senza tralasciare il ritratto.
Influenza con gli altri fotografi
- Saul Leiter: Saul Leiter è noto per il suo lavoro pionieristico nella fotografia a colori, spesso catturando momenti intimi e quotidiani nelle strade di New York.
- Harry Callahan: Harry Callahan ha sperimentato con la fotografia a colori ed è stato un fotografo influente nell’esplorazione di nuove dimensioni artistiche della fotografia.
- Joel Meyerowitz: Meyerowitz è un altro fotografo noto per il suo lavoro a colori e per il suo contributo alla fotografia di strada. Ha dimostrato l’importanza dell’osservazione e della cattura di momenti fugaci.
- William Eggleston: William Eggleston è uno dei principali fotografi a colori del XX secolo, famoso per le sue immagini su soggetti comuni e quotidiani, spesso esplorando la banalità in modo artistico.
- Alex Webb: Webb è conosciuto per il suo lavoro sulla street photography a colori, spesso catturando complessità visive e culturali in tutto il mondo.
- Raghu Rai: Sebbene principalmente conosciuto per il suo fotogiornalismo in bianco e nero, Rai ha anche prodotto immagini a colori sorprendenti, dimostrando la sua versatilità come fotografo.
Libri di Ernst Hass
La fotografia come forma d’arte
Ernst Haas aveva una profonda convinzione che la fotografia potesse essere una forma d’arte vera e propria. Le sue opere, spesso influenzate dallo stile impressionista, hanno dimostrato che la fotografia poteva evocare emozioni e connessioni umane profonde tanto quanto la pittura o la scultura. Haas ha infranto i pregiudizi contro la fotografia a colori, dimostrando che il colore poteva essere utilizzato in modo sofisticato e significativo nell’arte visiva.
Eredità e influenze
Ernst Haas ha influenzato numerosi fotografi successivi e il suo lavoro continua ad essere oggetto di ammirazione e studio nel mondo della fotografia. La sua eredità si riflette non solo nelle sue immagini iconiche ma anche nella sua convinzione che la fotografia sia una forma d’arte capace di comunicare profonde emozioni e storie umane.
La fine di una carriera straordinaria
Ernst Haas ha continuato a lavorare come fotografo di fama internazionale fino alla sua morte avvenuta nel 1986. La sua carriera è stata un esempio di dedizione alla sua arte e alla sua visione unica. Il suo impatto sulla fotografia a colori e sulla fotografia in generale rimane immutato.
In conclusione, Ernst Haas è stato un fotografo straordinario il cui lavoro ha ridefinito il concetto di fotografia a colori. La sua sensibilità artistica e la sua abilità nel catturare momenti fugaci sono un’eredità preziosa per la comunità fotografica e per tutti coloro che apprezzano l’arte visiva. La sua vita e il suo lavoro ci ricordano il potere della fotografia di connettere le persone e di catturare la bellezza del mondo che ci circonda.
Le sue opere sono acquistabili su: https://ernst-haas.com/