Intervista a Federica Xotti, autrice di Tavelliamo.me
Ciao Federica!
Grazie per aver partecipato alla nostra intervista!
Oggi parliamo con Federica Xotti, autrice del sito “Travelliamo.me”, seguito da più di 10’000 fan su Facebook e 20’000 follower su Instagram.
Hai una vera e propria passione per i viaggi, a primo impatto si rimane a bocca aperta guardando i luoghi che hai visitato.
Hai una mappa sul tuo sito che segnala i luoghi che hai visitato: non solo Europa, ma anche Africa, Asia e CentroAmerica, davvero una Travel Blogger a tutto campo.
Ti va di raccontarci un po’ di te?
Come è iniziata questa passione per i viaggi?
Credo ci siano delle cose per cui è difficile stabilire un punto di partenza.
È un po’ come se mi domandassi da quando amo la cioccolata, come è iniziato il mio amore per il profumo degli agrumi…sono passioni con cui nasci dentro, che si sviluppano e si palesano autonomamente, perché è giusto che sia così.
Tanto più che provengo da una famiglia dove non si è mai viaggiato, se non per lavoro, dove le vacanze erano sempre nella riviera vicino a casa e mai avevo preso un aereo prima della maggior età (cioè da quando ho potuto cominciare a muovermi da sola…e per la cronaca: il mio primissimo volo è stato proprio 10 giorni dopo il mio diciottesimo compleanno).
Posso dirti che ho cominciato ad accorgermi che nella vita avrei voluto viaggiare quando, già alle scuole medie, con il computer di papà, giocavo all’agenzia di viaggi e mi ritrovavo a navigare nei siti dei tour operator compilando preventivi per le mie destinazioni dei sogni.
2) Hai girato praticamente tutta l’Europa: Belgio, Francia, Spagna, Svizzera (manca l’Irlanda e devi assolutamente rimediare) ma quello che ci ha stupito più di tutto è l’aver visitato anche i colori dell’Asia.
Secondo te quali sono le differenze più evidenti che si percepiscono tra l’Europa e i paesi asiatici?
A livello culturale? Lo sguardo delle persone è lo stesso?
Noi abbiamo idea che nei paesi asiatici si trovano persone più “rilassate” che hanno ben delineato quali sono le cose importanti nella vita.
La personalità dei Paesi asiatici è disarmante e la differenza con l’Europa si percepisce sin da subito, dal momento in cui si poggia piede fuori dall’aeroporto e ci si inizia a rapportare col mondo esterno attraverso i sensi.
L’Asia ha un profumo pungente, sa di spezie e salsa di soia, del fritto preparato per le strade e dell’incenso che fuoriesce dai templi buddhisti.
Se penso alla gente, alla cultura, la prima parola che mi viene in mente è “rispetto”.
Ho trovato il popolo asiatico molto rispettoso ed educato, pacato, attento a quei principi che dovrebbero essere basilari ma che in occidente a volte vengono troppo spesso dimenticati.
Mi riferisco ad esempio all’importanza di salutare e dire grazie, di rivolgersi con cura agli anziani e di cedere loro il passo.
Ho notato anche un senso del pudore molto sviluppato e l’intimità, anche quella più semplice come un bacio, non viene mai fatta trasparire in pubblico; tutto ciò a noi può sembrare strano e innaturale ma sono del parere che un buon viaggiatore debba sempre comportarsi nella maniera più adeguata al contesto in cui si trova, rispettando – appunto – la cultura che lo sta ospitando.
3) Come avrai capito, per noi l’Asia è uno dei luoghi più belli del pianeta, precisamente amiamo in particolar modo la Thailandia.
Meglio la parte nord o sud?
Più “cultura e spiritualità” (Chiang Mai) o natura?
La Thailandia è un Paese che ho avuto la fortuna di visitare per ben 21 giorni. Un viaggio lungo e intenso che mi ha portato dai litorali di Krabi e Phuket, su fino al Triangolo D’Oro, al confine con Birmania e Laos, passando per la magica Bangkok.
Dovessi dare un giudizio così a caldo, pensando ad un posto in cui tornerei, credo sceglierei d’istinto il sud; ho amato quel mix di oriente-occidente che si respira per le strade di Phuket Town, una città spesso poco considerata dai turisti in vacanza nell’isola di Phuket ma che merita di essere vista e vissuta, lì dove, tra un mercato tradizionale e un tempio dorato, spiccano le architetture dell’ex dominio portoghese: semplicemente un incanto.
Per non parlare poi della natura!
Il Mare delle Andamane è uno spettacolo color smeraldo, condito da paradisiache spiagge bianche ed enormi formazioni rocciose, maestose e svettanti, che ne caratterizzano lo skyline.
In tutto ciò, però, inserirei anche Bangkok: una capitale che affascina e rapisce, tra le bancarelle caotiche dell’enorme China Town, le insegne al neon di Patpong e quella vista mozzafiato che lascia senza parole, dall’alto della terrazza del Lebua.
4) Viaggiare è uno dei mestieri più belli del mondo, ampliare la mente e la propria cultura ogni giorno.
Te hai studiato Scienze e Tecniche del Turismo, praticamente sei nata per fare la travel blogger, come ti vedi tra 40 anni?
Che bella domanda!
Quando ho iniziato a studiare Scienze e Tecniche del Turismo Culturale non potevo immaginare ancora che cosa mi avrebbe riservato il futuro. Non avevo idea di cosa avrei fatto, di ciò sarei riuscita a creare: semplicemente sapevo ciò che amavo e di cui avrei voluto occuparmi, in un modo o nell’altro.
Ad oggi, continuo a essere consapevole di quella che è la mia passione ma adoro il fatto di non avere una strada già scritta e piani prestabiliti.
Ho le mie certezze, questo senz’altro: ho vicino la persona che amo, che vedo accanto a me anche tra 40 anni ma in che modo, con che mezzi e soprattutto dove nel mondo, non lo so ancora e non mi interessa saperlo.
“Day by day”: questa è la mia filosofia!
5) Quando parli con le persone sicuramente ti ripeteranno all’infinito: “Beata te che fai tutti questi viaggi”, cosa rispondi a queste persone?
Ebbene sì, la maggior parte delle mie conversazioni comincia proprio così 😉 …ed è perfettamente normale!
Io per prima lo direi se seguissi sui social, con l’inconsapevolezza di un profano, la vita di qualcuno che oggi è in Italia e domani in Africa, la settimana successiva in Russia e quella dopo nel Pacifico.
Nessuno, anche giustamente, riflette su ciò che c’è alle spalle di tutto ciò. La verità è però che anche il travel blogging, come qualsiasi altro mestiere, richiede impegno e costanza, dedizione e abilità.
Che si tratti di un lavoro meraviglioso e che amo non c’è alcun dubbio, ma soltanto io (o noi, se ci si riferisce alla categoria) so quante sono le ore che passo con gli occhi fissi sul computer a scrivere o a editare scatti, a correre come una trottolina tra eventi e appuntamenti o a rispondere alle e-mail.
Ci vuole puntualità, per rispettare le scadenze e gli accordi, nonché spirito di adattamento e tanta energia.
6) Ti va di raccontarci un episodio che ti ha segnato durante un viaggio?
Molte delle mie emozioni di viaggio sono legate all’Africa, un continente che ho visitato molto, in lungo e in largo.
Uno dei Paesi che più m’è rimasto nel cuore è il Kenya ed è lì che, un giorno, esplorando a piedi i dintorni di Diani Beach, a Sud di Mombasa, mi sono ritrovata sotto un’acquazzone incredibile.
Goccioloni di pioggia che sembravano non voler smettere di cadere e che pian piano stavano allagando le strade di Galu Village, dove mi trovavo.
Un Paesino fatto di casette piccole e spartane, con tetti di paglia e 4 mattoncini messi in croce, uno di quelli in cui la gente vive nella semplicità più totale, senza acqua corrente o elettricità.
Ero lì, bagnata fradicia, quando due ragazzi e una signora si sono avvicinati chiedendomi se volevo andare a ripararmi a casa loro, lì accanto. All’inizio ero titubante ma poi, vista la situazione, ho accettato e li ho seguiti.
Quella che ho incontrato è stata una famiglia meravigliosa, che in una casupola di 3 metri per 2 mi ha accolta a braccia aperte, accendendo le candele e offrendomi frutta e acqua.
Per passare il tempo hanno cantato per me e tutti quanti, anche quelli che non conoscevano l’inglese, hanno cercato di interagire con me, mentre i bimbi mi abbracciavano e mi fissavano incuriositi: un pomeriggio memorabile, da brividi sulla pelle.
Quanto è forte il legame fotografie-viaggi per Federica?
Viaggi e fotografia sono indissolubilmente legati per me!
Sarà colpa della deformazione professionale, ma mi capita spesso di guardare panorami e vivere situazioni in un’ottica estremamente fotografica.
Le fotografie non solo catturano i momenti rendendoli eterni e tangibili, ma sono capaci di enfatizzare e valorizzare al massimo le bellezze e la personalità di un Paese.
La mia idea è che, per raccontare un luogo, non sono necessari 300 scatti ma ne basta uno, se ben fatto!
8) Questa è una domanda classica di Fotografia Moderna, una domanda artistica quanto spirituale: Federica come lo vede il mondo, in bianco e nero o a colori?
Il mio mondo è a colori, senza ombra di dubbio!
Ci sono persino ambienti e paesaggi che, su di me, hanno lo stesso effetto di una seduta di cromoterapia: l’azzurro intenso del Mar dei Caraibi, il bianco sfavillante della sabbia e il verde acceso delle palme, sono capaci di trasmettermi un senso di ottimismo e buon umore incredibile, unico e fortissimo.
Inoltre, nei miei ricordi, ogni Paese ha una sua tinta: si parlava dalla Thailandia, sicuramente dorata, o della la Francia, lilla come i campi di lavanda della Camargue, di Londra, rossa come i bus che sfrecciano
per Picadilly Circus, o del mio amato Senegal, arcobaleno come i meravigliosi abiti tradizionali che vestono le donne al mercato del pesce di Saint Louis.
Federica grazie mille per aver partecipato a questa intervista, ci sentiamo! Alla prossima!
Per maggiori informazioni visitate il sito Travelliamo.me